Full Moon on Como e momenti di gloria.
Il Premio Scritture di lago, 2023
Per il secondo anno di fila ho fatto parte della giuria dei libri editi per il Premio Scritture di lago a Como. Più di trenta libri da leggere e votare non sono pochi, ma quest’anno la scelta si è rivelata davvero ardua per l’alto livello degli scritti.
Finalisti Enrico Fovanna con Lunedì mi innamoro (Giunti), Marina Marazza con Le due mogli di Manzoni (Solferino), Carolina Crespi con La banda felice (Nutrimenti), Massimo Tedeschi con Il giardino dei cedri (La nave di Teseo), Patrizia Emilitri con La volta del Bricolla (TEA). Vincitrice, Marina Marazza con la sua Teresa Borri vedova Stampa, seconda moglie di don Lisander. Due menzioni di merito a Pier Vittorio Buffa con La casa dell’uva fragola (Piemme) e a Lorenzo Sartori con Milano grigio ferro (Laurana). Il Premio Giovani a Veronica Del Vecchio con La ragazza della montagna (Newton Compton). Così sapete com’è andata e come sta ancora andando perché tutti insieme o a piccoli gruppi, questi autori hanno proseguito festeggiamenti per nomine e vittoria grazie a incontri con il pubblico a Verbania sul lago Maggiore, a Varese e a Lugano nella Biblioteca dei Frati.
Su suggerimento del nume tutelare della manifestazione e mia cara amica, Ambretta Sampietro, ben prima della premiazione ho recensito i cinque finalisti per il giornale online Gli Amanti dei libri dell’altra mia amica adorata Barbara Bottazzi. Credetemi, non mi aspettavo di essere ringraziata dagli autori, ma soprattutto che lo facessero con tanta generosità e con parole che mi hanno scaldato il cuore - quando ti dici: guarda un po’, devo aver fatto una bella cosa se delle persone per le quali sono una perfetta sconosciuta sono così contente!
Tanto per non farmi mancare niente, ho recensito anche i tre finalisti per i libri in traduzione, magnifici anche quelli, con traduzioni di altissimo livello. Insomma, per chi ama leggere una vera manna e, personalmente, mi sento di consigliarli tutti: vincitrice, finalisti, menzionati, giovani e tradotti.
Quello che non sapevo, ma per fortuna ho saputo in tempo utile, è che Ambretta voleva fossi io a consegnare il Premio Giovani e a presentare i finalisti. Un vero onore! Perciò, il 28 settembre, con l’amico giornalista del Corriere del Ticino Sergio Roic siamo partiti in treno da Lugano alla volta di Como. Grave errore scegliere il treno delle 17.02 con arrivo a Como San Giovanni alle 17.35. Trentatré minuti di pura agonia, in piedi, stipati come mucche in un carro bestiame a duemila gradi di calore. Evvabbé. Viaggiare con Sergio è pur sempre un piacere e un divertimento, ma siamo scesi a Como piuttosto sfatti per scoprire che di taxi manco l’ombra. Dopo innumerevoli telefonate ecco finalmente un taxi e poi l’arrivo, un po’ in ritardo e alquanto stropicciati, alla manifestazione a Villa Olmo. Mi becco un posto in prima fila e perdo Sergio. Parlo con il Presidente del Premio, Guido Stancanelli, con Ambretta, con l’editore Mauro Morellini - che pubblicherà anche quest’anno i racconti inediti premiati in una bella antologia - e con la finalista Patrizia Emilitri, mia amica da tempo. Parlo con lei a tratti e sottovoce mentre sul palco sfilano le varie categorie di premiati e menzionati. E parlo e ascolto talmente tanto che il mio nome mi arriva come un’eco lontana facendomi fare un salto. Cribbio, tocca a me. Foglio che mi ero preparata in mano, zompo sul palco e comincio a parlare molto emozionata ignorando la scaletta che, ovviamente, la presentatrice stava seguendo. Per fortuna la povera giovine mi blocca in tempo. Qualche allegra battuta di circostanza e si riparte, stavolta con successo. Non avessi ancora i miei appunti battuti al computer giuro che non saprei raccontare cosa ho detto di fronte a una sala gremita, su quel palco, con il cuore che mi batteva a mille. Ho premiato Veronica Del Vecchio, ho presentato con poche parole i lavori dei finalisti, annunciato la vincitrice, ascoltato il suo discorso di ringraziamento e al momento delle foto sono sgattaiolata giù dal palco, non prima di aver scambiato qualche frase e alcuni abbracci con gli altri autori - in realtà, siccome abbracci e saluti si prolungavano, mi ha cacciata il fotografo, ma va bene lo stesso. Aveva ragione lui! A seguire, un sontuoso aperitivo e un turbine di altri incontri - quello con l’editor di Minimum Fax e straordinario traduttore, Luca Briasco, uomo formidabile, per me è stato esaltante - e chiacchiere. Alla fine, un comodo e affettuoso passaggio in auto fino a Lugano dagli amici Lorenza e Claudio Righenzi - premiato anche lui per un racconto inedito.
E il giorno dopo abbiamo fatto il bis a Verbania con vero successo. Prossima tappa Lugano, il 12 ottobre, dita incrociate.
Quello che ancora oggi mi è rimasto di questo pomeriggio comasco, la cosa alla quale continuo a pensare, è la corrente di empatia che ho provato verso gli autori finalisti, menzionati e premiati. Quella buffa e incredibile sensazione che ho avvertito di averli sempre conosciuti, come fossero amici di vecchia data. Sarà perché ho letto almeno due volte i loro libri? O forse sarà perché, se è vero che non bisognerebbe mai confondere un libro che abbiamo amato con il suo autore, in questo caso a me è sembrato di aver guardato nelle loro anime, nel profondo dei loro cuori, che fossero al mio fianco mentre giravo una pagina dopo l’altra. Sia come vi pare, per me è stata una bella esperienza di ricchezza umana che spero di conservare a lungo, magari rinnovandola con futuri incontri.
Dunque, cari autori, grazie a tutti voi. Spero che i vostri libri vengano letti e apprezzati perché se lo meritano e lo meritate voi per primi.
Al resto del mondo posso solo consigliare di leggere come non ci fosse un domani, perché l’oggi, il domani e anche il passato lo trovate nei libri, in quelle mille vite in più che non mancano mai di regalarvi e che sono in grado, sovente, di farvi dimenticare qualche sgradevole momento quotidiano, qualche ansia o tristezza dalle quali può accadere di essere colpiti.
Ci sono uno o più libri leggendo i quali avreste voluto poter conoscere l’autore, parlare con lui/lei e rivolgergli delle domande? Oppure semplicemente dire grazie per la compagnia?